Claudio Sclavo, direzione ICT di Tron Group Holding, racconta il mondo dell’informatica nell’anno Covid.

Anche quest’oggi abbiamo per la nostra rubrica un ospite speciale, l’ing. Claudio Sclavo di Tron Group Holding, tra le nostre curiosità una su tutte..

Ingegnere, come ha reagito il Mondo dell’informatica alla guerra contro il Corona Virus?

Non ci sono dubbi, il Covid ha segnato nel mondo che conosciamo una rottura, le nuove epoche sono due e ben distinte, BC (before Covid) e AC (after Covid).
I progetti informatici non fanno eccezione, è stato necessario rivedere budget e tipologia di offerta.
Per anni abbiamo sentito parlare di cambiamento, abbiamo scoperto nuove soluzioni di self-learning, lavoro flessibile, team remoto e così via.
Tutto è arrivato improvvisamente, indipendentemente dal fatto che le Aziende lo volessero o meno.
La nuova Condizione ci ha insegnato ad evitare i meeting, ormai la call e il lavoro dalle proprie case ha costruito un cloud globale, ognuno vive il proprio spazio, il lavoro viene svolto ovunque ci si trovi, grazie a tutto ciò i confini dell’era Digitale hanno ampliato a dismisura i propri spazi.
Dalla crisi sono nati nuovi progetti a favore dell’umanità, questo ci ha trasformati in una comunità più flessibile e tollerante, oggi siamo più umani e rispettosi uni degli altri, l’umanità ha saputo prendere il buono da un male cattivo come il covid19.

Bene, molto interessante, lei nello specifico di cosa si occupa in Azienda?
Cosa ritiene vincente nel suo modello di Business?

Attualmente, dopo aver condotto l’azienda come Amministratore per oltre 6 anni, coordino la Direzione ICT, nella quale sviluppiamo ed offriamo soluzioni e competenze informatiche ai maggiori player di mercato.
L’aspetto vincente per i nostri Clienti è il trovarci solutori dei loro problemi, diamo vita a rapporti contrattuali che si basano sullo scambio di opportunità con la volontà di ottimizzare i costi e le competenze.

Complimenti, la gestione della formazione dei suoi collaboratori in tempi di COVID penalizza le loro performance?

Direi di no, malgrado il momento i nostri ragazzi hanno dimostrato impegno e professionalità, siamo molto contenti dei risultati.
Stiamo considerando di approfittare di questa necessita, le persone possono gestirsi la cosa più preziosa, il tempo, finalmente si potrà pianificare la formazione che sarà un valore aggiunto per i collaboratori e di conseguenza per l’Azienda.
Penso che il covid rimarrà una condizione con cui convivere, le battaglie che affrontiamo avvolte sono più grandi dei loro accadimenti, penso che questa crisi ci dia la possibilità di trasformare i problemi in  positività.

Ingegnere ritiene che il COVID abbia creato complicità e comprensione tra le persone?

Le crisi uniscono le persone che guardano nella stessa direzione, nelle ultime settimane nei paesi in cui il virus ha causato maggiori danni, abbiamo assistito a tantissimi atti di gentilezza, collaborazione e solidarietà (come il ringraziamento al lavoro instancabile dei lavoratori sanitari). Condividiamo le stesse preoccupazioni, le stesse ansie, gli stessi sogni e paure. Impariamo, soffriamo e ci lasciamo ispirare l’un l’altro, a prescindere dalla distanza. Il fatto che il covid sia ancora là fuori ci porta a pensare che dovremo fare qualcosa di valore in questa situazione, anche se si tratta “soltanto” di incoraggiare, rassicurare e supportarsi l’un l’altro.

Quindi lei sostiene che oltre ad una maggiore tolleranza tra le persone lo smart working ha dato dei risultati superiori rispetto alle aspettative? E se si secondo lei perché?

Lo smart working ci permette di lavorare in assenza di vincoli d’orario, secondo un’organizzazione per fasi, cicli ed obiettivi tali che il lavoratore riesca a conciliare i tempi della propria vita privata con quelli professionali. Questo perché permette di svolgere le proprie mansioni lavorative  al di fuori dei locali aziendali. Lavorare in smart working significa approcciare al lavoro in modo innovativo. Il professionista ha la possibilità di scegliere in maniera autonoma e flessibile strumenti da utilizzare, spazi ed orari di lavoro ma si assume maggiori responsabilità per quanto concerne il raggiungimento dei risultati richiesti dall’azienda. Il dispendio di energie legate agli spostamenti, alle spese di viaggio e di vitto vengono azzerate ed il professionista lavora con un ritmo più intenso.
Dobbiamo utilizzare questa opportunità per riflettere e rivedere le nostre priorità, e valorizzare quello che conta di più. Per dire “grazie”, “ti sono accanto”, e “ottimo lavoro!” più spesso. Per usare meglio il nostro tempo e reinventarci e finalmente vederci vivi ed utili alla causa come parte attiva. Insieme, non chiediamoci cosa potrebbe accadere se il mondo finisse con questa crisi, ma chiediamoci cosa possiamo fare in maniera diversa nei nostri progetti e vite quando il mondo ripartirà. Questa è la nostra chiamata. Un’opportunità che non possiamo perdere.

La sua Divisone IT in che ambiti lavora? Chi sono i suoi migliori clienti?

All’interno dell’anima tecnologica della Tron Group Holding sono inglobate competenze che sono artefici dell’intero ciclo di produzione del Software. Offriamo progetti chiavi in mano, consulenze tecnologiche specifiche, nonché servizi sistemistici, network e di Service Desk. I professionisti che ci rendono presenti sul mercato dell’ICT sono oltre le 150 unità che ci rappresentano con estrema professionalità sul mercato di riferimento. Tutto questo utilizzando delle Partnership tecnologiche con le quali instauriamo un legame di business win to win. I primi tre Clienti sono: Almaviva, Gruppo Lutech, Renault Italia

La sua rete commerciale come nasce? Ogni quanti giorni organizza dei meeting con loro?

La nascita di una rete commerciale rappresenta una delle attività più complesse. Non può essere  paragonata alla ricerca e selezione di personale, con tutto ciò che questo comporta. L’identificazione del commerciale non è che il punto di partenza di un percorso di crescita su un dato mercato. La complessità di questa fase è determinata dal fatto che non esistono database aggiornati e consultabili di commerciali ai quali poter attingere per un’attività di selezione.
Il percorso è molto più articolato e siamo sempre pronti ad allargare la nostra rete commerciale in ambiti e competenze che possano dare un valore aggiunto all’azienda. Nella schedulazione dei colloqui (il processo prevede almeno 10 colloqui settimanali tecnici) è previsto almeno 1 colloquio commerciale. Il Network è fondamentale per la Tron Group Holding ed è un sicuro e certo bacino dove spesso attingiamo per valutare nuove entrate.
Le riunioni sono settimanali dove vengono approfonditi i 4 pilastri su cui si basa il lavoro della Divisione e le performance dell’attività commerciale, come:
• Proposizioni al Cliente (almeno 5)
• Esigenze emerse (almeno 2)
• Colloqui effettuati (almeno 10)
• Trattative chiuse e sfumate

Come concilia tutto questo impegno con la sua famiglia? Ha figli?

Ho sempre impostato il mio lavoro orientando i miei rapporti nell’aiutare, regalare un sorriso, un supporto, un sostegno, una consulenza o solo semplicemente ascoltare. Questo è ciò che ho imparato e giornalmente accresco, dalla mia fantastica famiglia fatta da 5 stelle di figlie che vanno dai 20 ai 2 anni, ed una moglie fantastica che capisce i miei tempi.
Questo ultimo anno ci sta insegnando che è possibile abbinare i tempi della famiglia ai tempi del lavoro. Ritengo che un Professionista non può essere tale senza, delle spalle grandi che vengono dalle proprie radici e da un cuore aperto a pulsare sempre più forte che viene alimentato dal fuoco della famiglia.

La vostra divisone IT si occupa anche di Cyber SECURITY?

La Divisione si occupa di Cyber Security, anche se il tema è molto vasto. In sintesi all’interna abbiamo competenze focalizzate alla protezione dei sistemi informatici (computer, reti di telecomunicazione, smartphone, ecc.) e dell’informazione in formato digitale da attacchi interni e, soprattutto, esterni. Lo scopo è proteggerli da minacce concrete che hanno una probabilità significativa di realizzarsi, fra le tante che sarebbero concepibili. In questo, la si può vedere come uno strumento di gestione dei rischi.

Che programmi ha per il suo futuro?

Sin da bambino, una delle domande più frequenti che mi veniva posta era, cosa volevo fare da grande, ed io rispondevo puntualmente il pilota di aerei. Mio padre meccanico di vecchio stampo avrebbe voluto per me una carriera camice, guanti e centralina elettronica per il test. Ma io volevo essere li, vicino ai sogni e posso dire all’età di 48 anni di esserci riuscito. Perché quando si cresce, si capisce come realizzare i propri sogni anche se “impacchettati” con una carta diversa da quella che immaginavamo.
Beh, sicuramente qualcuno ci è riuscito subito e senza grandi difficoltà; qualcun altro invece ha dovuto affrontare ostacoli per realizzarsi e qualcun altro, meno fortunato di altri, sta ancora lottando e sta ancora cercando una propria stabilità e serenità lavorativa.
Quando ami il tuo lavoro e non pensi solo al fatturato ed al guadagno, ma credi nelle risorse che ti permettono anche questo, allora il binomio risulta vincente!
Soprattutto ora più che mai, vivendo, combattendo ed imparando da questo duro ed indelebile periodo di pandemia che ha segnato il mondo intero! dobbiamo credere che ne usciremo (cambiati e feriti, ma comunque temprati) e combattere una lunga ed estenuante battaglia contro le difficoltà che potranno essere superate con lo sguardo rivolto in alto e mai in basso per poi cadere.
Questo per me è centrare il prossimo e successivo obiettivo: essere presente, sincero, corretto, professionale, trasparente ed umanamente sensibile, insomma soddisfare aspettative del cliente ed aspettative dei lavoratori.

Ingegnere grazie mille per la sua disponibilità, le faccio tanti auguri per il suo lavoro e la sua famiglia.